martedì 30 giugno 2015

CORSO TINTORI
Non bastava tessere la lana bisognava tingerla, gli artigiani erano abili tessitori ma anche eccellenti tintori. I tintori ricoprivano un ruolo di grande importanza in due Arti: l'Arte della Lana e l'Arte della Seta. La prima tintura doveva essere sgrassata bollendo la lana o la seta nel sapone e questo avveniva in via dei Saponai. Queste operazioni necessitavano di avere a disposizioni dei grandi quantitativi d'acqua corrente, per questo le tintorie venivano situate lungo l'Arno. L'acqua dell'Arno dopo essere passata dalle tintorie veniva riversata nelle strade prive di fogne che si coloravano ed emanavano degli odori terribili. 
Quasi tutto il quartiere di Santa Croce una volta era occupato da conciatori di pelli, tiratoi e tintorie, solo nel Seicento furono spostati nel quartiere di San Frediano, nel quale infatti si trova una strada dedicata a Sant'Onofrio, patrono dei tintori.

Corso Tintori

Volta dei Tintori
CARLO DOLCI Firenze 1616 – 1687
in mostra da oggi fino al 15 novembre nelle sale della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze 
Cento opere esposte, fra dipinti e disegni, provenienti da tutto il mondo. Carlo Dolci non lavorò solo per la famiglia de' Medici ma anche per la nobiltà europea, fu apprezzato come ritrattista e per l'uso della luce spesso messa a servizio di immagini sacre.

Maria Maddalena

Salomé con la testa del Battista
Ritratto della figlia Agata


Il 30 giugno 1993 moriva a Marina di Carrara lo scultore Felice Vatteroni. Presso il Museo del Marmo di Carrara gli è dedicata un'intera sala, dove sono collocate 14 sculture di piccolo formato, donate dall'artista nel 1991, 17 disegni a bozzetto e due autoritratti, arrivati successivamente. Nel 1997 la Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti acquista una sua scultura, Il marinaio e la Soprintendenza 33 disegni.
Per conoscere meglio questo artista: www.vatteroni.it
Felice Vatteroni
Il Marinaio

Alla Spiaggia


Il 30 giugno 1649 moriva a Parigi il pittore Simon Vouet. Soggiornò a lungo in Italia, passando da Venezia, Roma, Genova e fu uno dei maggiori esponenti del caravaggismo. Ebbe una grande carriera in Francia, lavorando per Luigi XIII e Richelieu e fu il simbolo del barocco francese. Agli Uffizi è conservata una sua opera, l'Annunciazione, degli anni '40 del Seicento.

Autoritratto, 1615 ca., Arles, Museé Réattu

Urania e Calliope, 1634 ca., Washington, National Gallery of Art

Annunciazione, Uffizi

Vergine col Bambino, Lione, Musée des Beaux Arts

La Stazione di Firenze Santa Maria Novella venne progettata negli anni trenta da un gruppo di architetti guidati da Giovanni Michelucci, il team prese il nome di Gruppo Toscano.
Nonostante l'opera non fosse in linea con le tendenze architettoniche di stampo fascista, il Duce fu convinto della bellezza della stazione, che vista dall'alto, sembrava un fascio littorio, sebbene fosse un puro caso. In questi giorni hanno asfaltato in silenzio il porfido originario voluto da Michelucci, per accogliere il parcheggio dei Taxi. 
Ancora una volta ribadiamo il concetto che l'arte è arte e come tale deve essere tutelata in tutte le sue espressioni, a Firenze non esiste solo il Cinquecento.






lunedì 29 giugno 2015

La scuola carrarese all'Ermitage: CANOVA E I MAESTRI DEL MARMO
Fino al 4 ottobre in mostra a Palazzo Cucchiari a Carrara
Nel 1845 lo Zar di Russia Nicola I durante il suo soggiorno in Italia acquistò e commissionò opere destinate ad allestire il primo museo imperiale di Russia, l'Ermitage. Sedici sculture in marmo, legate alla cosiddetta Scuola carrarese, tornano adesso a Carrara, per essere ospitate a Palazzo Cucchiari. 
da Martedì a Giovedì: 10 – 12/ 17 – 22
Venerdì, Sabato e Domenica: 10 – 12/ 17 – 23:30
Lunedì chiuso
biglietto intero : € 10,00 ridotto: € 8,00
Info: http://www.canovacarrara.it/







VILLA LA TANA in via Villamagna
Chiamata così per la sua posizione geografica, rintanata in mezzo al bosco.
Venne acquistata nel 1570 da Pietro Bonaventuri e sua moglie Bianca Cappello, probabilmente grazie ad un aiuto economico da parte del granduca Francesco I, già amante della donna. 
Dopo due anni il marito fu trovato morto in strada in circostanze misteriose. Bianca vendette la villa all'Ospedale di Santa Maria Nuova e le venne offerto il palazzo più vicino possibile a Palazzo Pitti residenza granducale, in via Maggio, oggi conosciuto come Palazzo di Bianca Cappello.
Negli anni 30 del Seicento villa la Tana divenne di proprietà del Barone Ricasoli che si occupò di alcuni interventi di ristrutturazione.
La facciata a volute termina con un antico orologio al centro, alla villa si accede da una doppia scalinata curva ornata da statue.





Il 29 giugno 2013 moriva a Trieste una delle menti più brillanti del Ventesimo Secolo: Margherita Hack. Astrofisica e divulgatrice scientifica, si era laureata nel 1945 a Firenze con una tesi sulle Cefeidi realizzata presso l'osservatorio astronomico di Arcetri. È stata la prima donna italiana a dirigere l'Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987. Fu anche una grande sportiva, praticò la pallacanestro e l'atletica, anche in campo politico e sociale faceva sentire la sua voce.
"Camminare a me non va, in bicicletta vo' meglio. È un mezzo meno faticoso. Fino a poco tempo fa pedalavo spesso, ricavandone equilibrio, voglia di fare e volontà."
Grazie signora delle stelle.

Il 29 giugno 1672 nasceva a Massa il pittore Pietro Nelli. Fu un pittore di paesaggi, ritratti e opere a soggetto sacro. Come ritrattista fu uno dei migliori della fine del Seicento e inizio del Settecento e rivaleggiò col suo amico e forse maestro Giovanni Maria Morandi. Fu iscritto all'Accademia dei Virtuosi dove fu nominato maestro di cerimonie.

Ritratto del cardinale Annibale Albani

Duomo di Civita Castellana, altare con tela dell'Annunciazione

domenica 28 giugno 2015

CASE D'ARTISTA 2. Jean de Boulogne, il Giambologna, visse in Borgo Pinti 26, nel Palazzo Bellini delle Stelle, famiglia che lo comprò nel 1837. Questo edificio, probabilmente costruito tra la fine del Quattrocento e inizio del Cinquecento e di proprietà dello Spedale degli Innocenti, venne sfruttato dall'artista anche come laboratorio, officina e scuola nella parte terrena. Così racconta Filippo Baldinucci : "Aveva già il Gian Bologna ottenuto dal granduca la bella casa di Pinti, ricca non solamente di nobili stanze per abitare, ma eziandio di luoghi atti a contenere agiatamente, e marmi, e statue, e modelli, ed ogni cosa necessaria, ed opportuna alla maestranza del fondere, e condurre di getto ogni gran cosa di metallo, oltre al potere dar luogo alla gran copia di giovani scolari di diverse nazioni, di che abbondava sempre quel gran maestro; fra questi era Pietro Francavilla fiammingo, Anzireccelle tedesco, Adriano pure fiammingo, Antonio Susini, Francesco, e Guasparri della Bella fratelli del celebre Stefano della Bella, e Francesco Piccardi figliolo del soprannominato Jacopo, tutti fiorentini, ma quelli che fra sì gran numero di discepoli del Gian Bologna faceva la prima figura era il Francavilla".
Qui si produssero le statue equestri di Cosimo I e di Ferdinando I per Firenze, quella del re di Francia Enrico IV, inviata a Parigi e distrutta durante la rivoluzione nel 1793, e quella di Filippo III di Spagna, che si trova in plaza Mayor di Madrid (1616).

Lo stemma del Giambologna concesso dal Granduca: una croce, una branca di leone e tre palle
Il busto di Ferdinando I del Giambologna
La statua di Filippo III in Plaza Mayor a Madrid, completata dall'allievo del Giambologna Pietro Tacca



Il 28 giugno 1577 nasce a Siegen il pittore Pieter Paul Rubens. 
Agli Uffizi si conservano due grandi dipinti delle Storie di Enrico IV, acquistati nel 1686 da Cosimo III dalla collezione del canonico Frédéric Lancelot ad Anversa. Entrambi incompiuti, costituiscono la più importante sezione superstite della serie di tele monumentali che narrano la storia di Enrico IV (1627-1630) commissionata a Rubens da Maria de’Medici per il Palazzo del Lussemburgo. Pesantemente danneggiati in seguito all'attentato del 27 maggio 1993, sono stati restaurati egregiamente dall'Opificio delle Pietre Dure.

Autoritratto, 1623

Enrico IV alla battaglia d'Ivry

Ingresso trionfale di Enrico IV a Parigi

sabato 27 giugno 2015

CASE D'ARTISTA. Nei pressi dell'ITGC Salvemini-Duca D'Aosta a Firenze, cioè in via Giusti 43, si trova una dimora la cui facciata manierista è un unicum: fu del pittore Federico Zuccari, che la acquistò nel 1577, quando gli fu commissionato il completamento degli affreschi della cupola del Duomo succedendo a Giorgio Vasari. I materiali utilizzati sono laterizio e bugnato in pietraforte. I bassorilievi rappresentano gli strumenti delle Tre Arti Maggiori (Pittura, Scultura, Architettura), il grande riquadro e le nicchie avrebbero probabilmente ospitato degli affreschi. L'interno è corredato da bellissime decorazioni. Nel 1987 è stata acquisita dal Kunsthistorisches Institut di Firenze.
Questa zona era abitata nel Cinquecento da molti artisti, grazie alla sua vicinanza con l'Accademia del Disegno, che aveva sede nella cappella di San Luca della Basilica della Santissima Annunziata: Andrea del Sarto, Pontormo, Perugino, il Giambologna, i fratelli Da Sangallo.

La facciata
I tre bassorilievi delle Arti, oggi copie
Gli affreschi interni

Lo stemma della famiglia Zuccari (il pan di zucchero) 
Inverno (sulla destra un autoritratto del pittore), lunetta interna



LIBERTY A PISTOIA. Si tratta della Galleria Vittorio Emanuele nella stretta via degli Orafi. Un raro esempio dello stile Liberty in Toscana.
Venne commissionata dal commerciante piemontese Antonio Lavarini e inaugurata il 29 dicembre 1912. 
La struttura all''interno è molto decorata: i soffitti sono opera di Ugo Casanova, le opere di legno curate dalla ditta Paglianti, le pareti di Flori e le decorazioni in ferro battuto e ghisa provenienti dalla ditta Michelucci. 
Dopo un periodo di abbandono, edificio è stato sottoposto a un lungo intervento di restauro concluso nel 2000.



VIA DE' MALCONTENTI (tra via delle Casine e piazza Piave)
lungo quella via che un tempo comprendeva anche via San Giuseppe, venivano condotti all’esecuzione capitale i condannati a morte, portati dal Bargello o dal Carcere delle Stinche (situato più o meno nel luogo dell'attuale Teatro Verdi). Le esecuzioni avvenivano fuori dell'antica Porta della Giustizia, vicino alla Torre della Zecca. 
L’espressione non felice dei condannati fece nascere nei fiorentini l’appellativo di malcontenti.


Il 27 giugno 1543 moriva a Prato lo scrittore Michelangelo Gerolamo Giovannini da Firenzuola detto Agnolo Firenzuola. Studiò giurisprudenza a Siena e Perugia e divenne molto amico di Pietro Aretino, uno dei letterati toscani più amati e discussi del Cinquecento. 
Agnolo Firenzuola fu anche monaco vallombrosano e si trasferì a Roma dove visse per anni come procuratore dell'Ordine Vallombrosano, senza mai però abbandonare la passione per la scrittura. Nel 1534 tornò in Toscana e si stabilì a Prato dove rimase fino alla morte.


venerdì 26 giugno 2015

Il 17 gennaio del 1600 un violento temporale colpì la città di Firenze. Un fulmine colpì la gigantesca palla di rame dorata eseguita da Andrea Verrocchio e collocata fin dal 1472 sulla sommità della lanterna della cupola del Duomo.
Nel 1602 fu sostituita da una sfera più grande che si può ammirare ancora oggi.
Sul retro di piazza Duomo un disco in marmo ricorda il punto esatto in cui nel 1600 la gigantesca palla si fermò.






in piazza della Signoria a Firenze è presente una meridiana ottocentesca. Questa segna l'istante in cui il sole raggiunge la massima altezza che a Firenze avviene una decina di minuti passate le dodici. Dov'è esattamente non ve lo diciamo, scopritelo voi!

Meridiana ottocentesca, piazza della Signoria, Firenze

Il 26 giugno 1967 moriva Don Lorenzo Milani.
Frequentò il seminario nella chiesa di San Frediano in Cestello in Oltrarno e il 13 luglio 1947 fu ordinato sacerdote nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore dal cardinale Elia Dalla Costa. Nel dicembre del 1954 fu mandato a Barbiana, sperduta frazione di montagna nel comune di Vicchio,  luogo nel quale strutturò una scuola a tempo pieno rivolta alle classi popolari. 
“Su una parete della nostra scuola c'è scritto grande: I CARE. È il motto intraducibile dei giovani americani migliori. Me ne importa, mi sta a cuore. È il contrario esatto del motto fascista Me ne frego”.
Personaggio non strettamente legato al mondo dell'arte, ma che ci sembrava comunque giusto ricordare per gli insegnamenti che ci ha lasciato.


giovedì 25 giugno 2015

Dal 27 giugno fino al 2 agosto tornano le aperture serali di vari musei, aree e parchi archeologici in occasione de "Le Notti dell'Archeologia", che offrono un punto di vista insolito sulle antiche bellezze della Toscana.
Per tutte le iniziative promosse consultare il sito: http://www.regione.toscana.it/-/le-notti-dell-archeologia-2015 

L'area archeologica di Fiesole

La Tomba della Montagnola a Sesto Fiorentino

Il 25 giugno 1903 nasce a Marciano della Chiana, in provincia di Arezzo, Aurelio Cetica, architetto. Nel 1926 ottiene il diploma di professore architetto all'Accademia di Belle Arti di Firenze, in seguito insegnerà composizione architettonica. Nel 1933, con l'istituzione del Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro Comunale venne sottoposto a restauro; la parte architettonica esecutiva venne affidata proprio a Cetica. Un'altra sua opera è la Scuola centrale dei reali carabinieri, nei pressi della Stazione di Santa Maria Novella.

La scuola centrale dei reali carabinieri, prospetto su via della Scala, 1938-1941

Il Teatro Comunale Vittorio Emanuele II (Teatro Comunale di Firenze), corso Italia, 1931-1932

mercoledì 24 giugno 2015

GRIDATE CON ME, VIVA FIORENZA!
Oggi, 24 giugno, si gioca la finale del Calcio Storico, ecco qualche notizia a proposito:
Nella seconda metà del Quattrocento il calcio si era talmente diffuso tra i giovani fiorentini, che nel gennaio del 1490, trovandosi l’Arno completamente ghiacciato, fu su di esso delimitato un campo e giocate alcune partite.
Una successiva riorganizzazione del gioco, durante il dominio della dinastia medicea, portò i fiorentini a cimentarsi in vere e proprie sfide. Le squadre vantavano nelle loro compagini nomi altisonanti di nobili, illustri personaggi della vita pubblica cittadina e delle casate più importanti di Firenze. Le partite venivano organizzate solitamente nel periodo del Carnevale.
L’ORIGINE DEL GIOCO ODIERNO
Il gioco del Calcio fiorentino è oggi una sfida tra i quattro quartieri della città. La ripresa avvenuta nel 1930 ha decretato la storicità della manifestazione. 
Le partite si svolgono con i costumi del XVI secolo a ricordo e rievocazione di un momento particolare della storia fiorentina: il 17 febbraio 1530 la piazza di Santa Croce a Firenze divenne teatro di una delle più importanti sfide lanciate dalla Repubblica fiorentina all’imperatore Carlo V, quando la popolazione assediata da molti mesi dalle truppe imperiali si cimentò in una partita di Calcio, dando l’impressione di non considerare l’esercito dell’Impero degno di attenzione.
La finale di stasera sarà tra i Bianchi di Santo Spirito e i Verdi di San Giovanni, finale che non si verificava da quasi mezzo secolo (30 giugno 1968) e che richiama anche la partita dell'assedio sopracitato.
Buon San Giovanni!
Lo schieramento iniziale del gioco del calcio, 1688



il 24 giugno 1798 moriva a Vienna Maria Cristina d'Asburgo-Lorena. Le fu data dalla madre la possibilità rarissima per l'epoca di sposare l'uomo che voleva e sposò Alberto di Sassonia. Dalla loro unione nacque una sola figlia che morì alla nascita, divennero però genitori adottivi di Leopoldo, che poi fu granduca di Toscana.
Maria Cristina d'Asburgo ebbe una grande passione per l'arte, in particolar modo il disegno, lei stessa amava disegnare scene di vita quotidiana.
Maria Cristina d'Asburgo Lorena
Leopoldo II granduca di Toscana