Dal 1607 fu membro dell'Accademia della Crusca con il nome di "Ricoverato"; si inserì nel dibattito suscitato dalla pubblicazione di un libro anonimo "De tribus cometis anni M.DC.XVIII" scritto in occasione della comparsa nel novembre del 1618 di tre comete, sulla cui entità erano state fatte varie ipotesi.
Tenne lezioni sulle Rime di Michelangelo presso l'Accademia Fiorentina nel 1623 e nello stesso anno si trasferì a Roma presso la corte papale dopo la nomina di Urbano VIII (al secolo Maffeo Barberini), potendo così riferire a Galilei le opinioni che vi si agitavano a proposito della "nuova scienza". Nel 1625 tornò a Firenze dedicandosi alle attività culturali dell'Accademia Fiorentina e alla gestione del suo patrimonio terriero. Nel 1632, quando Galilei dovette recarsi a Roma per il suo processo, lasciò la cura dei suoi interessi a Guiducci che s'incaricò di fornire al maestro le notizie fiorentine che lo riguardavano e che tentò, inutilmente sperando nella completa assoluzione di Galilei, di far intervenire a suo favore il cardinale Luigi Capponi.
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Pala lignea dell’accademico Mario Guiducci, dipinto su tavola della seconda metà del sec. XVII, di ignoto fiorentino. La pala che conserviamo oggi è frutto di un equivoco intercorso durante il suo restauro ottocentesco; questa, infatti, riporta il motto: «Piacesti si che in te sua luce ascose», raffigurato da una lucciola fra spighe di grano. Ma il ms. 125, già ms. 8, “Raccolta d’imprese degli Accademici della Crusca. MDCLXXXIV”, conservato in Crusca, riporta come impresa del “Ricoverato”: «Un cavallo, che entra in una capanna», col motto: «Come in suo albergo» http://www.accademicidellacrusca.org/scheda.asp?IDN=185 |
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Firma presunta di Mario Guiducci |
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