Laureatosi in diritto a Pisa, il Gherardini andò a Roma per impratichirsi nella professione legale e molto probabilmente frequentò la corte dei Barberini, con cui la madre Faustina era imparentata; ciò gli permise di conoscere Galileo Galilei in occasione del processo nel 1633 conclusosi con la condanna e il domicilio forzato ad Arcetri. Gherardini, per rimanere vicino allo scienziato pisano e volendo tornare a Firenze, si fece assegnare alla chiesa di Santa Margherita a Montici, allora di patronato dei Gherardini e degli Amidei, nel territorio di Arcetri. La sua amicizia verso la famiglia Galilei è testimoniata dalle lettere della figlia dello scienziato, suor Maria Celeste (Virginia Galilei), scritte da Arcetri il 3 e il 15 ottobre e il 12-13 novembre 1633, indirizzate al fratello. Intorno al 1653-54 compose la biografia Vita del signor Galileo Galilei con un'introduzione autobiografica; l'opera riguarda soprattutto il periodo dell'insegnamento dello scienziato a Padova ed è tesa ad esaltare soprattutto le virtù cristiane di Galilei dandone una raffigurazione principalmente come "filosofo", contrapposta a quella minore di "matematico".
Come Accademico della Crusca e dell'Accademia fiorentina, Gherardini compose un'opera, andata persa, sulla storia della sua famiglia.
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D. Robusti, Galileo quarantenne, 1605-1607 |
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Suor Maria Celeste (Virginia Galilei) |
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