Dagli anni '90 la sua ricerca artistica si è diretta verso il valore estetico dell'immagine scientifica nell'ambito delle scienze della vita. Impiegò il termine "bioarte" per indicare la sua attività artistica, intrecciata con la biologia. Nel 2000 espose le sue opere in una mostra dal titolo BioArte, presso il Museo della Specola a Firenze.
Successivamente mise in opera il ciclo Strategie di sopravvivenza, in seguito produsse una serie di dipinti dal titolo Microscopia daltonica, basata sul fenomeno del daltonismo o cecità ai colori, in cui le opere sono eseguite in analogia con le tavole diagnostiche per tale affezione. In questi lavori si vuole affermare il ruolo dell'artista nel guidare la percezione fisiologica e cognitiva dei suoi dipinti.
Ha realizzato inoltre una serie di opere digitali, partendo da pellicole impressionate per scopi diagnostici e di ricerca (TAC e Artefatti), di messa a punto di strumenti (Tarature), di tabelle numeriche e matematiche (Numeri) e tavole antropometriche (Antropometrie).
Ha studiato, in collaborazione con Massimo Gulisano, professore di Medicina e Chirurgia dell'Università di Firenze, le caratteristiche anatomiche delle opere di Michelangelo Buonarroti nel contesto degli studi anatomici del XVI secolo.
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Pietro Antonio Bernabei |
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Scultura cellulare (lamina di osso), facente parte dell'Esposizione del progetto RELIQUIE al Museo "La Specola" di Firenze nel 2009. |
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Oceano, opera facente parte delle TAC e Artefatti |
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Opera facente parte di TARATURE |
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Confronto, 2008 |
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