Suo padre era Lorenzo Martelli, ingegnere degli ospedali di Firenze. Studiò all'Accademia di Belle Arti e fu collaboratore di Luigi de Cambray Digny, che gli affidò la direzione di molti suoi progetti, come quello del Teatro Metastasio di Prato, della Loggia Reale di Firenze e della chiesa di Santa Maria Assunta a Montecatini Terme.
Si recò spesso all'estero; a Parigi conseguì i diplomi in geometria descrittiva, meccanica, idraulica e architettura militare all'École polytechnique. Nel 1817, sotto la guida del Cambray Digny, entrò a far parte dello scrittoio delle Regie Fabbriche, l'organo a cui era affidato il compito di presiedere la costruzione di edifici pubblici e la custodia dei monumenti statali. Tra il 1828 e il 1849 rivestì la carica di "architetto"; nel 1860 fu nominato "sotto direttore" della sezione delle Fabbriche della direzione generale dei Lavori di acque e strade e delle fabbriche civili di Stato.
Lavorò a Pistoia, Firenze, Empoli. Tra i lavori a Firenze si ricordano quelli alla villa di Poggio Imperiale, al giardino di Boboli e le operazioni di bonifica in varie zone del Granducato di Toscana; fu coinvolto inotre nella progettazione della ferrovia Leopolda tra Firenze e Livorno.
Lavorò alla ristrutturazione di diversi antichi edifici fiorentini e come vicepresidente della commissione conservatrice tra il 1861 e il 1866 seguì i restauri e le trasformazioni dei più importanti monumenti di Firenze. Nel 1861 ricevette l'incarico di organizzare gli spazi destinati a ospitare la prima Esposizione Nazionale, all'interno della Stazione Leopolda. Alla sua morte lasciò in eredità circa 800 volumi alla biblioteca dell'Accademia Fiorentina.
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La Tribuna di Galileo all'interno del Museo della Specola di Firenze, progettata in stie neoclassico (1841) |
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Interno della Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore, riedificata secondo lo stile neoclassico nel 1863 |
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La Leopolda riadattata per l'Esposizione Nazionale del 1861 |
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