sabato 30 aprile 2016

Il 30 aprile 1622 nasceva a Firenze il pittore Giovanni Maria Morandi. Fu allievo di Giovanni Bilivert e Orazio Fidani e la maggior parte della sua attività si svolse a Roma, dove dipinse numerose pale d'altare e dipinti per due ampi saloni di Palazzo Salviati a Trastevere con scene mitologiche.
Fu membro dell'Accademia dell'Arcadia con il nome di Mantino Agoriense e dell'Accademia di San Luca che diresse nel 1671. Fra i suoi committenti ci furono l'Imperatore Leopoldo I, per il quale lavorò come ritrattista, e il papa Alessandro VII Chigi.
Visitò e lavorò anche a Venezia e a Siena.
"[la sua tecnica] è mista di romano disegno e di tinger veneto."

Claudia Felicita d'Austria come Diana, 1666, Vienna, Kunsthistorisches Museum

Ritratto di Flavio Chigi, 1670

Riposo durante la fuga in Egitto, anni '80 del XVII secolo, collezione privata

Il 29 aprile 1691 furono celebrate le nozze fra Maria Luisa de' Medici, figlia del granduca Cosimo III e l'Elettore Palatino Johann Wilhelm Pfalz della dinastia Wittelsbach-Neuburg.


Il 28 aprile 1669 Maria Maddalena de' Pazzi venne canonizzata da papa Clemente IX.



Il 27 aprile 1859 il popolo fiorentino si riunì in piazza Indipendenza (allora piazza "Maria Antonia”) per dare inizio a una delle rivoluzioni più pacifiche e civili della storia che al grido “viva l’indipendenza italiana” mise fine in modo irreversibile al trono dei Lorena.


martedì 26 aprile 2016

Il 26 aprile 1527, durante la terza cacciata della famiglia de' Medici da Firenze, iniziarono molti tumulti in città e un gruppo di repubblicani, asserragliati in Palazzo Vecchio, per difendersi dagli oppositori lanciarono dalle finestre pietre, tegole e mobili, che andarono a cadere anche sulla statua del David di Michelangelo, causando gravi danni. Giorgio Vasari e Francesco Salviati, devoti estimatori di Michelangelo, raccolsero i frammenti della statua e li nascosero in casa del Salviati. Con il ritorno del granduca Cosimo I si provvide al restauro. I segni dell'episodio sono ancora visibili.


Il 25 aprile 1652 nasceva a Firenze Giovanni Battista Foggini, architetto e scultore. Mostrò sin da bambino una forte inclinazione per le arti, subito sostenuta dallo zio che lo prese come apprendista nella propria bottega. Grazie all'interessamento del granduca Cosimo III de' Medici, nel 1673 fu inviato a Roma per entrare nell'Accademia Fiorentina. Il suo mentore fu Ciro Ferri, che era stato allievo di Pietro da Cortona; si specializzò nella scultura, ma non mancando di approfondire aspetti legati all'architettura e alla decorazione di interni. Ritornò a Firenze nel 1676, dove ottenne subito alcuni incarichi come scultore e numerose commissioni dalla famiglia granducale. Alcuni individuano nella sua opera un momento nel quale Firenze divenne di nuovo un grande centro culturale ed artistico propositivo di nuovi linguaggi.

Battaglia di Anghiari, 1685-1687, Firenze, Santa Maria del Carmine

Tomba di Galileo, 1722-1727, Firenze, Santa Croce

Reliquiario di San Sigismondo, 1719, Firenze, Museo delle Cappelle Medicee

Decorazione della cappella Feroni, 1692, Firenze, SS. Annunziata

domenica 24 aprile 2016

Il 24 aprile 1777 nasceva nella Villa di Poggio Imperiale a Firenze Maria Clementina Giuseppa Giovanna Fedele d'Asburgo-Lorena, arciduchessa d'Austria, decima tra figli e terza fra le femmine dell'imperatore Leopoldo II d'Asburgo-Lorena e di Maria Luisa di Spagna. Nel 1797 sposò il principe Francesco, duca di Calabria, erede al trono del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia ed ebbero due figli. Colta, modesta, dignitosa e gentile, Maria Clementina si era col tempo conquistata la fiducia di tutti. Morì a Napoli nel 1801 dopo aver dato alla luce un figlio l'anno precedente che aveva minato ulteriormente la sua salute. Scrissero di lei che " se avesse vissuto, e se fosse a capo del governo, avrebbe fatto la felicità del Regno... Siamo sotto la sferza di Dio, ed anche in questa morte vedo un castigo per noi"

J. Hickel, ritratto di Maria Clementina, 1796

sabato 23 aprile 2016

Il 23 aprile 1522 nasceva a Firenze Alessandra Lucrezia Romola de' Ricci. A 14 anni entrò nell'ordine domenicano del monastero di San Vincenzo a Prato, dove passò tutta la sua vita, prendendo il nome di Caterina. A 25 anni divenne priora. Benedetto XIV la proclamò santa il 29 giugno 1746. Secondo il credo devozionale, le sue meditazioni sulla Passione di Cristo erano talmente profonde da cominciare a sanguinare, come frustata, e un anello di corallo appariva nei momenti di preghiera al suo dito, a simbolo del suo matrimonio con Cristo. Indossava inoltre una catena di ferro ruvida al collo, come forma di auto-punizione ed ebbe le stimmate, che emanavano una misteriosa luce che a volte era così forte da diventare accecante.
Uno dei miracoli documentati durante la canonizzazione fu una sua apparizione a migliaia di chilometri dal luogo dove era fisicamente situata.

G. Ticciati, Estasi di S. Caterina de'Ricci, Prato, chiesa dei SS. Vincenzo e Caterina

G. A. Pucci, Gloria di S. Caterina e angeli, 1734, Prato, chiesa dei SS. Vincenzo e Caterina (con ampie ridipinture)

G. Ticciati, Cristo e la Maddalena appaiono a S. Caterina, 1733-1734, Prato, chiesa dei SS. Vincenzo e Caterina

Il 22 aprile 1253 moriva a Cortona il francescano Elia da Cortona. Terminati gli studi giuridici Elia abbracciò l'ordine dei Francescani. Ricevette molti incarichi da San Francesco, amico fidato, ricoprendo un ruolo importante nel promuovere la realizzazione della Basilica inferiore di Assisi. 
Elia successe a Francesco al vertice dell'Ordine.



Il 21 aprile 1397 nasceva a Firenze il cartografo ed astronomo Paolo dal Pozzo Toscanelli.
Studiò medicina presso l'Università di Padova e tornato a Firenze si iscrisse all'Arte dei medici e degli speziali. Fu grande amico del pittore Filippo Lippi e di Brunelleschi, a cui dette anche diversi consigli su come costruire la cupola di Santa Maria del Fiore. 
In un manoscritto autografo di Toscanelli, conservato oggi nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, vi sono riportate diverse carte del cielo con la posizione delle comete del 1433, del 1449-50 e della cometa, che in seguito venne chiamata "Cometa di Halley", nel suo passaggio del 1456.
Toscanelli inoltre influenzò molto la decisione di Colombo di prendere il mare in cerca delle Indie orientali navigando verso Ovest. Toscanelli scrisse una lettera nel 1474 a un canonico portoghese, Ferdinando Martinez, che aveva avuto modo di conoscere in Italia, in cui sosteneva che la via più breve per raggiungere le Indie era proprio quella di navigare verso occidente.



mercoledì 20 aprile 2016

Il 20 aprile 1846 moriva a Carrara lo scultore Pietro Marchetti, direttore della Reale Accademia di belle arti di Carrara. Si sposò a Roma con Maria Cardelli, nata in una famiglia di scultori, dalla quale ebbe ben sette figli. Marchetti entrò in società con i cognati, avviando un commercio di marmi e pietre lavorate, che ebbe grande sviluppo dal 1806. Dal suo testamento, redatto il 3 aprile 1840, si evince ch'egli possedeva una cava di marmo statuario in località Poggio Silvestro e altre cave di marmo ordinario, venato, bardiglio e statuario a Piastra, Ravaccione, Fossa dei Bicchieri, Fossa degli Angioli, Canal Bianco e Sponda.

martedì 19 aprile 2016

Il 19 aprile 1677 nasceva a Siena Sallustio Antonio Bandini, religioso, politico ed economista. Discendente di un'importante famiglia (furono signori di Castiglioncello e uno dei membri fu capitano del popolo di Siena), era imparentato anche con i Piccolomini da parte di madre. Ricevette un'educazione gesuita e frequentò l'Accademia degli Arrischiati, dove si istruivano i giovani secondo i dettami cavallereschi. Si laureò all'Università di Siena in filosofia e diritto nel 1699. Nel 1701 cominciò la sua carriera ecclesiastica, fino ad ottenere nel 1723 la carica di arcidiacono.Il grande amore per la cultura lo portò ad accumulare una quantità di libri e manoscritti talmente grande da costituire una vera e propria biblioteca, che nel 1759, un anno prima di morire, decise di donare alla città di Siena. Un suo trattato del 1737, Discorso sopra la Maremma di Siena, spiega la decadenza della Maremma attraverso lo scoraggiamento dell'attività dei produttori agricoli, dalla quale, invece, riteneva potesse dipendere il buon andamento di tutti gli altri processi economici dello Stato senese.

Piazza Salimbeni a Siena con al centro la statua di Sallustio Bandini, opera di Tito Sarrocchi del 1882
Particolare del volto della statua di Sallustio Bandini


lunedì 18 aprile 2016

Il 18 aprile 1909 nasceva a Montalcino il fantino Enrico Viti detto Canapino I. Nel corso della sua vita dispuntò ben cinque carriere del Palio di Siena, vincendo con la contrata del Nicchio nell'agosto del 1928.


Il 17 aprile 1524 Giovanni da Verrazzano, esploratore originario di Greve in Chianti, giunse nella baia di New York: fu il primo europeo a compiere tale impresa.



Il 16 aprile 1941 moriva a Firenze l'architetto, ingegnere ed urbanista fiorentino Gherardo Bosio. Si laureò in ingegneria a Roma nel 1926 e in architettura a Firenze nel 1931; dopo la conquista dell'Africa Orientale Italiana, nel 1936 preparò il piano regolatore della città etiopica di Gondar e Dessiè. Dopo quella dell'Albania, avvenuta nel 1939, Bosio venne fatto Direttore Generale del Uffizio Centrale Albanese della Edilizia e della Urbanistica per progettare il nuovo centro di Tirana, la capitale. Molti dei suoi lavori si possono ammirare anche a Firenze.




FRANCO ZEFFIRELLI TRA I DISCENDENTI DI LEONARDO.

Ieri è stato presentato il risultato di una ricerca iniziata nel 1973 da Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci, e Agnese Sabato, membro dello staff dello stesso museo. Sono ben 35 i discendenti del grande genio, tra cui figura anche Gianfranco Corsi, alias Franco Zeffirelli. Secondo questo studio, la famiglia Corsi si imparentò con i Da Vinci nel 1794 grazie al matrimonio fra Michelangelo di Tommaso Corsi e Teresa Alessandra Giovanna di Ser Antonio Giuseppe Da Vinci, diretta discendente di Ser Piero, padre di Leonardo.
Buon sangue non mente...

"So bene che, per non essere io letterato, che alcuno prosuntuoso gli parrà ragionevolmente potermi biasimare coll'allegare io essere omo sanza lettere. Gente stolta! Non sanno questi tali ch'io potrei, sì come Mario rispose contro a' patrizi romani, io sì rispondere, dicendo: "Quelli che dall'altrui fatiche se medesimi fanno ornati, le mie a me medesimo non vogliono concedere". Or non sanno questi che le mie cose son più da esser tratte dalla sperienza, che d'altrui parola, la quale fu maestra di chi bene scrisse, e così per maestra la piglio e quella in tutti i casi allegherò." Queste parole, tratte dal Codice Atlantico a 119 v, appartengono a uno dei più grandi geni dell'umanità: Leonardo.
Nato a Vinci il 15 aprile 1452, figlio illegittimo di ser Piero, notaio, si stabilì nel 1469 a Firenze, dove venne preso a bottega da Andrea del Verrocchio, e nel 1472 già figura nella Compagnia dei Pittori. Dal 1478 fu artista indipendente; girò tra le varie corti italiane, come Milano, Venezia, Mantova, Roma oltre ad effettuare viaggi in varie città delle Marche e della Romagna. Luigi XII di Francia gli aveva commissionato alcune opere all'inizio del Cinquecento e i rapporti con questa nazione erano sempre rimasti molto stretti, tanto che nel 1517 Leonardo si rifugiò presso Francesco I al Castello di Amboise, dove morì due anni dopo.
Pittore, architetto, anatomista, ingegnere, inventore, scultore: Leonardo indagò ogni ramo del sapere. Produsse moltissimi disegni, a cui dava valore di opera a sé e non di bozzetto preparatorio. Sostenne la superiorità della pittura sulla scultura delle straordinarie possibilità evocatrici, simili a quelle della poesia, che egli riconosceva alla prima. La pittura è scienza, rappresentando "al senso con più verità e certezza le opere di natura", mentre "le lettere rappresentano con più verità le parole al senso", ma Leonardo aggiunge, riprendendo un concetto aristotelico, che è "più mirabile quella scienza che rappresenta le opere di natura, che quella che rappresenta [...] le opere degli uomini, com'è la poesia, e simili, che passano per la umana lingua". Si tratta di "comprendere ogni forma secondo l'apparenza e la sua causa interna", che si esplica nella straordinaria novità grafica delle sue ricerche scientifiche, l'interesse per il fenomeno naturale o per i moti dell'animo.


 

giovedì 14 aprile 2016

Il 14 aprile 1911 nasceva a Carpi (Mo) l'artista Renzo Baraldi.
Interruppe i suoi studi alle elementari, ma ebbe la fortuna di imbattersi in un ricco mecenate di Carpi che, stupito dal suo talento nel modellare la creta, lo incoraggiò a frequentare la Scuola d'Arte di Reggio Emilia per poi trasferirsi nel 1935 all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Qui Baraldi ebbe la fortuna di trovare insegnanti come il pittore Felice Carena e lo scultore Giuseppe Graziosi. Nel 1937 partecipò alla mostra dei Prelittoriali dell’arte alla galleria Marzocco di Firenze ottenendo il secondo premio per la scultura. Le sue idee antifasciste lo costrinsero a trasferirsi nel Sud Italia, già riconquistato dagli Inglesi, giungendo a Bari. Tornò a Carpi nel giugno del 1945 e nel 1948 prese in affitto uno studio abitazione in piazza San Marco a Firenze. Tra i suoi amici si annoveravano Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Pietro Annigoni, Quinto Martini. Divenne assistente alla cattedra di Figura e Ornato modellato al Liceo Artistico di Firenze il cui titolare era lo scultore Quinto Ghermandi. Nel 1949 Baraldi scoprì l'Isola d'Elba, che assunse il ruolo di suo "paradiso in terra" e dove tornò ogni anno fino al 1957. Espose inoltre in varie gallerie, tra il 1957 e il 1959. Morì molto giovane, a 50 anni.
Per approfondimenti sulla sua storia, www.renzobaraldi.it 

Renzo Baraldi

Paesaggio a olio, 1946

La fontana Flora in Piazza Garibaldi a Carpi, 1955

Le amiche, 1956

Autunno alle Cascine

Paesaggio con albero

mercoledì 13 aprile 2016

Il 13 aprile 1808 nasceva a Firenze in Via Chiara n. 475 (oggi Via de' Serragli n.44) Antonio Meucci, inventore del telefono. Nel 1821 fu ammesso all'Accademia di Belle Arti, alla scuola di Elementi di Disegno di Figura, dove studiò per sei anni oltre alle materie base, la chimica e la meccanica, introdotte nell'Accademia durante l'occupazione francese. Nel maggio 1825, in occasione dei festeggiamenti con fuochi d’artificio per l’imminente parto di Maria Carolina di Sassonia, moglie del granduca Leopoldo II, concepì una potente miscela propellente per razzi, che però sfuggirono al suo controllo causando danni e feriti in piazza della Signoria. Per questo Meucci fu arrestato e sospettato di cospirazione contro il Granducato. Rilasciato grazie all'intercessione del padre, fu poi assunto nel prestigioso teatro della Pergola come assistente del capo macchinista, dove poté applicare e perfezionare le nozioni tecniche apprese in Accademia e costruì un telefono acustico per comunicare dal piano del palcoscenico a quello dei "soffittisti", a circa venti metri d’altezza, per ordinare il cambio delle scene senza disturbare lo spettacolo. Questo "telefono" è tuttora in uso. Con la moglie Ester Mochi, costumista alla Pergola, vennero scritturati da un impresario catalano, destinazione Cuba, dove lavorarono per quindici anni. Fu nel corso di esperimenti di elettroterapia che Antonio Meucci scoprì, nel 1849, la trasmissione della voce per via elettrica, divenendo così, in assoluto, il primo pioniere del telefono elettrico della storia. Antonio diede subito al suo sistema il nome di "telegrafo parlante", ribattezzato successivamente telettrofono. Il 28 dicembre 1871 depositò presso l'Ufficio Brevetti statunitense, a Washington, il caveat n. 3335 dal titolo “Sound Telegraph” in cui descriveva la sua invenzione, in attesa di trovare i 250 dollari per depositare un brevetto regolare. Nell'estate del 1872 si rivolse al Vice Presidente Mr. Edward B. Grant dell'American District Telegraph Co. di New York, del quale erano consulenti Alexander Graham Bell ed Elisha Gray, affinché gli fosse concesso di sperimentare il suo telettrofono nelle linee telegrafiche di quella compagnia. Poiché Grant, dopo aver promesso il suo aiuto, tergiversava con pretesti vari, dopo due anni Meucci richiese la restituzione delle descrizioni e dei disegni consegnati, ma gli fu risposto che erano stati smarriti. Dopo varie diatribe Meucci-Bell, oggi sembra finalmente riconosciuta la paternità del telefono a Meucci.

Targa a ricordo di Antonio Meucci, Firenze, Palazzo delle Poste Centrali

Foto di Antonio Meucci

Francobollo del disegno di Nestore Corradi realizzato per Antonio Meucci nel 1858 e prova importante sugli studi sull'invenzione del telefono

martedì 12 aprile 2016

Il 12 aprile 1646 nasceva a Firenze il pittore Pietro (Pier) Dandini, artista di rilievo per l'epoca barocca. Per la sua formazione sembra essere stato importante un viaggio di studio a Venezia, dove rimase due anni circa, durante il quale toccò anche Modena, Parma e Bologna (potendo così studiare Tiziano e Veronese, Correggio e i Carracci). Egli trasse copie in disegno e in pittura da opere di quei maestri. Sue opere si trovano in molte chiese fiorentine, oltre a Palazzo Corsini e alla Villa La Petraia e in città toscane come Pisa, Prato e Vinci. Dal 1681 e sino al 1696 fu impegnato per il principe Ferdinando, figlio del granduca Cosimo III, nella decorazione della villa di Pratolino, oggi perduta. Il granduca gli commissionò anche la decorazione a fresco della cappella maggiore di S. Maria Maddalena de' Pazzi. Oltre ai Medici, l'artista fu impiegato anche da altre famiglie nobiliari fiorentine in imprese di prestigio.

La Cappella Nuova di Villa La Petraia


Affreschi a Palazzo Corsini al Parione, 1695, Firenze
Soffitto della Cappella Nuova di Villa La Petraia, anni '90 del Seicento, Firenze, Castello

Ascesa di Santa Maria Maddalena de'Pazzi con tutti i fiorentini, 1701, Firenze, chiesa di Santa Maria Maddalena de'Pazzi

Crocifisso coi santi Girolamo, Francesco e Maria Maddalena

lunedì 11 aprile 2016

L’11 aprile 1579 moriva la moglie di Francesco I de’ Medici Giovanna d’Austria (a sinistra), nello stesso giorno faceva salti di gioia quella di destra, la Bianca Cappello, amante del Granduca, che abitava in un Palazzo di via Maggio (gentilmente offerto dal Granduca perché vicino a Palazzo Pitti dove abitava lui). La Granduchessa Giovanna morì in un incidente domestico, cadendo dalle scale. Subito dopo Francesco I si sposò con la Bianca in gran segreto perché poco amata dai fiorentini e aspramente osteggiata dai Medici. Morale della favola? Giovanna d’Austria fu sepolta nelle Cappelle Medicee e qualche anno dopo accanto a lei il marito infedele Francesco I.


L'11 aprile 1646 nasceva a Palazzo Manni a Pistoia l'ingegnere Domenico Manni.
Completò i suoi studi a Pisa presso il Collegio Ferdinando e pubblicò diversi trattati, di cui due conservati oggi nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze: il "Trattato sulla Direzione dei Torrenti" ed il "Trattato della essiccazione delle Paludi Pontine"
Divenne provveditore dell'Opera della Basilica della Madonna dell'Umiltà di Pistoia.
Alla morte avvenuta nel 1741, venne sepolto nella Basilica di San Francesco.



Nel 1899 anche Pistoia ebbe il suo Expo, non fu certo internazionale ma pensato per aprirsi all’Italia. La porta fu costruita per l'occasione e come molte altre opere nate in simili circostanze in ogni parte del mondo, venne poi distrutta a fine evento.


Il 10 aprile 1603 nasceva a Firenze il Pittore Francesco Furini, allievo di Matteo Rosselli insieme ai pittori del tempo Lorenzo Lippi, Baldassare Franceschini e Giovanni da San Giovanni.
Nel 1619 si recò a Roma subendo l'influenza di Caravaggio e dei suoi allievi. Al suo ritorno a Firenze venne immatricolato nell'Accademia dell'Arte del Disegno e tra i suoi committenti ed estimatori maggiori vi fu Galileo Galilei. Lo stile pittorico del Furini è caratterizzato da una pittura morbida e sensuale, che traspare nei soggetti sacri e mitologici dei suoi dipinti.


Il 9 aprile 1570 lo scultore Vincenzo Danti venne eletto Revisore dei conti dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.
Vincenzo Danti realizzò la "Decollazione del Battista" per il Battistero di San Giovanni a Firenze.