lunedì 29 febbraio 2016

Il 29 febbraio 1556 nasceva a Pisa il pittore Aurelio Lomi, fratellastro di Orazio Gentileschi.
Svolse la sua attività di pittore inizialmente a Pisa con il padre Giovanni Battista Lomi, successivamente si trasferì a Firenze e fu affiancato con Bronzino e Ludovico Cardi detto il Cigoli.
Negli anni ottanta del Cinquecento Aurelio Lomi lavorò a Roma affrescando scene della vita della Vergine e della nascita di Cristo, nella "Cappella Pinelli" in Santa Maria in Vallicella. 
Nel corso della sua vita lavorò principalmente nella sua città natale, pur eseguendo opere anche a Genova e Lucca.
Alla sua bottega si formarono i pittori Orazio Riminaldi, Simone Balli, Domenico Fiasella e il fratellastro Orazio Gentileschi, padre della celebre pittrice Artemisia.




domenica 28 febbraio 2016

Il 28 febbraio 1621 moriva a Firenze il Granduca Cosimo II de'Medici. Fece amministrare il suo regno soprattutto dai ministri ed è famoso soprattutto per essere stato il protettore di Galileo Galilei. Fin da piccolo ricevette un'educazione moderna e scientifica, improntata a fornirgli ampie conoscenze in tutti i campi: cultura classica, cosmografia, disegno, matematica, meccanica, danza, oltre a diverse lingue quali il tedesco ed il castigliano. Tra il 1605 e il 1608 ebbe come tutore Galileo Galilei, con cui rimase amico per tutta la vita. Nel 1610 lo scienziato ottenne una cattedra all'Università di Pisa, senza obbligo di lezioni e fu nominato Filosofo e Matematico di corte. Galileo, per ringraziare il Granduca, gli dedicò il "Sidereus Nuncius" e chiamò "medicea sidera" (astri medicei) i quattro satelliti di Giove da lui scoperti. Ricevette inoltre un'adeguata preparazione militare e cavalleresca.

Medaglia raffigurante Cosimo II

Il giovane principe Cosimo de' Medici ritratto con la governante Costanza della Gherardesca, 1590

C. Allori, il giovane granduca Cosimo de' Medici, 1609.

sabato 27 febbraio 2016

Il 27 febbraio 1755 nasceva a Livorno la poetessa Fortunata Sulgher. Bambina prodigio, già all'età di 10 anni cominciò a improvvisare versi. Studiò fisica e greco e nel 1777 si sposò con Giovanni Fantastici, da cui ebbe sette figli (cinque di quali morirono giovanissimi). Nel 1770 fu accolta nell'Accademia dell'Arcadia di Roma con lo pseudonimo di Temira Parraside, ma la prima pubblicazione arrivò solo nel 1785, grazie all'editore fiorentino Pietro Allegrini, e in seguito pubblicò molte altre opere poetiche. Recitava quasi tutte le sue composizioni alla Reale Accademia Fiorentina di Belle Lettere.
Angelica Kauffmann ne fece il ritratto nel 1792; la Sulgher la omaggiò quindi della dedica su di una sua nuova raccolta di poesie, edita a Siena: 
"I nostri nomi, o mia diletta, andranno,
Se a te son cara, anche all'età future,
E forse fia che un giorno invidia desti
L'udir che te cantai, che me pingesti."

Raffaello Morghen, Fortunata Sulgher Fantastici, 1794, incisione da un dipinto di Angelica Kauffmann, Milano, Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli

A. Kauffmann, ritratto di Fortunata Sulgher Fantastici, 1792, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina

venerdì 26 febbraio 2016

Il 26 febbraio 1548 moriva a Venezia Lorenzo (Lorenzino) di Pierfrancesco de'Medici, detto anche Lorenzaccio, politico, scrittore e drammaturgo fiorentino. Apparteneva al ramo popolano della famiglia e si conosce soprattutto per essere stato l'assassino del cugino Alessandro. 
Nel dicembre 1526, a causa della discesa delle truppe imperiali verso Roma, Lorenzino e suo fratello Giuliano insieme con Cosimo, figlio di Giovanni dalle Bande Nere e futuro duca (Cosimo I), e il suo precettore Pier Francesco Riccio si rifugiarono a Venezia, ospitati dalla famiglia Cappello. Compì viaggi di istruzione a Treviso, Padova e Vicenza e si recò a Bologna per l'incoronazione di Carlo V.
Si trasferì in seguito a Roma dove approfondì lo studio classico, grazie all'amicizia con Filippo Strozzi e la protezione del papa. I rapporti con Clemente VII però si guastarono dopo che questi gli ebbe negato la restituzione di un prestito. Tornato a Roma, una notte di primavera del 1534 Lorenzino danneggiò i bassorilievi dell’arco di Costantino e trafugò alcune statue del foro (da qui il soprannome Lorenzaccio). Fu cacciato dalla città e tornò a Firenze alla corte del cugino, il duca Alessandro, con cui faceva il doppio gioco, preparando in realtà il suo assassinio perché colpevole di soffocare le libertà cittadine. Il 5 gennaio 1537 riuscì nel suo intento, scappando prima a Bologna e poi a Venezia, dove lo accolsero gli Strozzi, lodandolo come "il nuovo Bruto". La sua vita d'ora in poi fu quella di un fuggiasco, senza fissa dimora. Nel 1548 fu nuovamente a Venezia, dove venne raggiunto da due sicari incaricati da Cosimo I e ucciso.
Lorenzino scrisse alcune opere, come l'Apologia, dove difese se stesso dalla colpa dell'assassinio di Alessandro, essendo l'amore per la libertà il motivo di tale gesto, e una commedia chiamata l'Aridosia.

Ritratto immaginario di Lorenzino de'Medici nell'opera Lorenzaccio di Alfred de Musset, 1896. La storia di Lorenzaccio ispirò molte opere drammatiche e vari testi letterari.

Medaglia raffigurante Lorenzino de'Medici

giovedì 25 febbraio 2016

Il 25 febbraio 1643 moriva a Firenze il compositore e religioso Marco da Gagliano (oggi Galliano). Nel 1609 divenne canonico della Basilica di San Lorenzo e iniziò a studiare musica con Luca Bati, maestro di cappella (responsabile della musica di una cappella ecclesiastica ).
Due anni dopo venne nominato maestro di cappella alla corte granducale de' Medici.
Collaborò spesso con Jacopo Peri e Francesca Caccini per la composizione delle musiche per balli, mascherate e altri trattenimenti per i carnevali fiorentini della corte dei Medici.
Nel 1624 ebbero la prima assoluta a Firenze le opere Rappresentazione del Angiolo Raffaello in Piazza Santa Maria Novella e La regina Sant'Orsola nel Palazzo Uffizi.


Il 24 febbraio 1463 nasceva a Mirandola Giovanni Pico della Mirandola, conte di Concordia. Svolse i suoi studi a Bologna, Ferrara, Firenze, Padova e Pavia. Nel 1485 si trovava in Francia, nel 1486 fu a Roma dove preparò 900 tesi in vista di un congresso filosofico universale (per la cui apertura compose il De hominis dignitate), che tuttavia non ebbe mai luogo. Subì accuse di eresia in seguito alle quali fuggì in Francia dove venne anche arrestato da Filippo II presso Grenoble e condotto a Vincennes, poi scarcerato per intervento di Lorenzo il Magnifico. Fu da allora ospite di questo in una villa di Fiesole, dove compose le sue opere maggiori. Quello di Pico fu un pensiero fortemente personale in cui rifluisce una vastissima dottrina; torna insistentemente sulla "concordia" fondamentale delle diverse filosofie (sulla traccia di Ficino), unificate dall'unico vero che di esse è principio e oggetto. La prospettiva platonica costituisce senza dubbio la nota dominante. Era inoltre un seguace dell'ideale dell'amor socratico, privo cioè di contenuti erotici e passionali: anche la figura femminile ricorrente nei suoi versi viene celebrata su un piano prevalentemente filosofico.
Morì in circostanze misteriose, forse avvelenato. La sua prodigiosa memoria è rimasta nella storia, tanto che oggi si usa l'appellativo "Pico della Mirandola" per riferirsi a qualcuno con un'ottima memoria.


P. Delaroche, L'infanzia di Pico della Mirandola, 1842, Nantes, Musée des Beaux Arts
Cristofano dell'Altissimo, ritratto di Giovanni Pico della Mirandola, facente parte della serie di ritratti gioviana, Firenze, Galleria degli Uffizi
Tomba di Giovanni Pico, di Agnolo Poliziano e Girolamo Benivieni, Firenze, Convento di San Marco


martedì 23 febbraio 2016

Il 23 febbraio 1513 moriva a Firenze Pietro Paolo Boscoli, giustiziato per aver preso parte a una congiura contro i maggiori esponenti della famiglia Medici. Originario di una delle famiglie più antiche e nobili di Firenze, crebbe nel periodo savonaroliano e fu ammesso all'Arte del Cambio nel 1506 insieme ai fratelli. Non accettò mai la restaurazione medicea, avvenuta nel 1512, e nel 1513 venne arrestato insieme ad altri cittadini con l'accusa di voler uccidere Lorenzo, Giuliano e il cardinale Giulio, in seguito al rinvenimento di una carta con una ventina di nomi ritrovata da Bernardino Cocci, oratore senese, che l'avrebbe portata algli Otto. Questo documento sembra l'abbia perso proprio il Boscoli durante una riunione nella casa di Lorenzo Lenzi, in Borgo Ognissanti. "La qualità degli uomini di questa intelligenza - scriveva il giorno successivo Giuliano - sono, benché nobili, di poco conto e men seguito; e le cose son procedute senza alterazione pubblica o privata e piuttosto da poterne trar frutto che danno, atteso l'universale unione e concorso della città e maxime de' primi parenti de' delinquenti".
Furono tutti assolti, tranne il Boscoli e Agostino Capponi, non volendo colpire tutti i congiurati perché personaggi troppo in vista. Le ultime ore di Pietro Paolo Boscoli sono narrate nella Recitazione del caso di Pietro Paolo Boscoli e di Agostino Capponi di Luca della Robbia, umanista appartenente alla famiglia dei celebri scultori.

Chiostro della Badia Fiorentina, dove fu portato il corpo di Pietro Paolo Boscoli in seguito alla decapitazione

Ingresso della Badia Fiorentina

lunedì 22 febbraio 2016

Il 22 febbraio 1535 nasceva a Firenze il pittore Girolamo Macchietti. 
Figlio dello scultore Francesco di Mariotto e di Antonia, viene spesso riferito nelle fonti antiche come Girolamo "del Crocifissaio", alludendo probabilmente alla specializzazione del padre nella realizzazione di arredi sacri.
La sua formazione iniziò prima al fianco del padre e successivamente con Michele Tosini, con il quale collaborò per circa 10 anni.
Lavorò a fianco di Giorgio Vasari, partecipando alla decorazione di Palazzo Vecchio del Quartiere degli Elementi, nel Quartiere di Eleonora e nello Studiolo di Francesco I.
Nel corso della sua vita viaggiò molto recandosi prima Parigi, poi a Napoli ed infine in Spagna, prima di tornare in patria. 
Fu sepolto nella cappella di San Luca dei Pittori nella Santissima Annunziata.

Ritratto di Alessandro de' Medici

Assunzione della Vergine, San Clemente a Sociana


domenica 21 febbraio 2016

Il 21 febbraio 1559 nasceva a Siena il medico, collezionista d'arte e scrittore Giulio Mancini. Studiò presso i Gesuiti, trasferendosi in seguito a Padova per seguire i corsi di medicina. Nel 1585 si spostò a Bologna per frequentare lezioni con personaggi emeriti. Nel 1592 si recò a Roma varie volte e intraprese la carriera di medico presso l'ospedale di Santo Spirito in Sassia. Nel 1623 divenne medico personale di papa Urbano VIII. La stima del pontefice gli valse il conferimento del canonicato di san Pietro e la carica di protonotario apostolico.
Mancini viene ricordato anche per essere stato un grande collezionista d'arte e scrittore. Le sue note su alcuni artisti coevi sono una fonte importante per la nostra conoscenza del barocco e del manierismo, e di artisti come il Caravaggio, Pietro da Cortona e Nicolas Poussin. La sua opera più famosa, pubblicata in due volumi dall'Accademia dei Lincei nel 1956-57, è Considerazioni sulla pittura, scritta in più fasi. La prima parte riguarda le biografie dei grandi artisti a lui contemporanei; la seconda ha l'intento pratico di consigliare come riconoscere l'opera originale dalla copia, oltre che come allestire una quadreria, come conservare e restaurare i dipinti, e come distinguere le varie scuole di pittura: toscana, romana, bolognese, d'oltralpe.
Negli anni 1623-24 compose il Viaggio per Roma, pubblicato nel 1923, nel quale confluisce una parte del materiale delle Considerazioni. Si può definire come la prima guida moderna, distaccata dalla tradizione dei mirabilia medievali. Nell'opera c'è attenzione anche per l'arte paleocristiana.

Pubblicazione del Capitolo 10 delle Considerazioni sulla Pittura di Giulio Mancini: "Regole per comprare, collocare e conservare le pitture"

Copertina del volume che riunisce le più antiche biografie del Caravaggio, tra cui quella di Mancini: Di Michelangelo Merisi da Caravaggio

sabato 20 febbraio 2016

Il 20 febbraio 1429 moriva a Firenze Giovanni di Bicci de' Medici. Fu il primo esponente di spicco del ramo centrale della famiglia e fondatore del Banco Medici. A servizio dallo zio Vieri, Giovanni imparò il mestiere di banchiere, diventando ben presto il responsabile della filiale a Roma, che spostò nel 1397 a Firenze, vicino ad Orsanmichele. Il banco Medici investì molto nel commercio delle stoffe, tanto che nel 1408 aveva già due filiali, una a Venezia e una a Roma, più una sotto-succursale a Napoli dipendente da Roma. Il banco della città papale fu quello più redditizio perché scelto dal Papa per l'amministrazione dei propri conti. Giovanni ricoprì molti incarichi pubblici, come priore o gonfaloniere, e prese parte alla discussione per l'istituzione del catasto nel 1427, preoccupandosi di apparire sempre il protettore del popolo contro l'oligarchia dominante. Giovanni di Bicci fu anche un importante mecenate e si servì di molti artisti per abbellire la città . La sua idea di mecenatismo era più benevolenza verso i concittadini, piuttosto che un uso politico dell'arte come prestigio e supremazia della famiglia, come invece la concepiranno i suoi figli e nipoti.


Chiesa di Orsanmichele, la cui facciata fu abbellita per volere del Medici



Basilica di San Lorenzo, ristrutturata per volere di Giovanni di Bicci


F. Brunelleschi, Spedale degli Innocenti, 1425-1427. Opera promossa da Giovanni di Bicci

Agnolo Bronzino e bottega, Giovanni di Bicci de'Medici, ritratto facente parte della serie dei personaggi illustri della corte medicea, 1555, Firenze, Galleria degli Uffizi

venerdì 19 febbraio 2016

Il 19 febbraio 1743 nasceva a Lucca il compositore e violoncellista Ridolfo Luigi Boccherini. La sua famiglia era composta da musicisti e ballerini. Studiò il violoncello dal padre contrabbassista e dall'abate Vannucci, maestro di cappella del seminario di Lucca. Si rivelò ben presto di grande talento e fondò insieme ad altri tre musicisti il primo quartetto stabile di cui si abbia notizia. Fece vari concerti in Europa, toccando Vienna, Parigi, Madrid.
Le sue spoglie sono conservate nella chiesa di San Francesco a Lucca, città che gli ha anche dedicato l'Istituto Superiore di Studi Musicali, una delle più antiche scuole di musica in Italia. In Boccherini si riconosce l'ultima grande espressione della musica per archi di scuola italiana e, al tempo stesso, una delle prime della musica classica da camera.

Francisco Goya, La Famiglia dell'infante Don Luis, 1783-1784, Parma, Fondazione Magnani Rocca
Ritratto di Luigi Boccherini, particolare del dipinto precedente


Pompeo Batoni (attr.), Ritratto di Luigi Boccherini, 1764-1767, Melbourne, National Gallery

giovedì 18 febbraio 2016

Il 18 febbraio 1743 moriva a Firenze l'ultima esponente della famiglia Medici, Anna Maria Luisa. Fu l'unica figlia femmina del Granduca Cosimo III e della principessa Margherita d'Orléans e divenne la seconda moglie del Principe elettore del Palatinato, Giovanni Carlo Guglielmo I, da qui il nome di Elettrice Palatina. Il matrimonio non produsse eredi ma fu comunque armonioso, dato che la coppia era solita trascorrere insieme il proprio tempo promuovendo spettacoli musicali e teatrali.
Anna Maria Luisa divenne una nota mecenate di numerosi musicisti e autori di teatro dando lustro e rinomanza alla corte del Palatinato. Per il volere dell'Elettrice, fu anche ricostruito il Castello di Bengsberg: la vista che si godeva da quest'edificio le ricordava il paesaggio toscano. Purtroppo Giovanni Carlo Guglielmo I morì nel 1716 e Anna Maria Luisa tornò quindi a Firenze nel 1717.
I rapporti con suo fratello, Gian Gastone, non furono mai positivi e per questo decise di lasciare il proprio appartamento in Palazzo Pitti e trasferirsi fuori Firenze presso Villa La Quiete.
Dopo la morte del fratello nel 1737, il titolo granducale passò al duca di Lorena mentre ad Anna Maria Luisa sarebbero spettati i possedimenti allodiali, le vesti di stato, le gallerie d'arte, le proprietà nel Ducato d'Urbino, lascito di Vittoria della Rovere, la nonna, ed il danaro liquido di casa Medici, oltre 2 milioni di fiorini. Fu proprio la sua passione per l'arte a portarla a compiere il gesto per cui è rimasta famosa e che fu la vera fortuna della città di Firenze: il 31 ottobre 1737 Anna Maria Luisa stipulò con la nuova dinastia regnante il cosiddetto "Patto di Famiglia" che stabiliva che i Lorena non potessero trasportare "o levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato ... Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose... della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri."
Firenze in questo modo non subì la sorte dei ducati di Ferrara, Urbino, Mantova o Parma, che furono svuotati delle collezioni artistiche all'estinzione delle case regnanti.
Con la sua morte si estinse il ramo granducale della famiglia Medici: fu tumulata nella Chiesa di San Lorenzo, all'epoca non ancora completa e per la quale aveva destinato una parte delle proprie rendite in perpetuo fino alla conclusione dei lavori.
Saremo per sempre in debito con te, grazie Anna Maria Luisa.

J. Sustermans, ritratto di Ferdinando e Anna Maria Luisa con la loro governante, 1670, Firenze, Museo Stibbert

Jan Frans van Douven, ritratto di Anna Maria Luisa e Giovanni Guglielmo, 1708, Firenze, Galleria degli Uffizi

Antonio Franchi, Anna Maria Luisa de'Medici, 1690-1691

Villa la Quiete

A. Franchi, ritratto di Anna Maria Luisa con i Fiori, 1682-1683

La statua omaggio per l'Elettrice Palatina accanto alle Cappelle Medicee, Firenze.
Jan Frans van Douven, Anna Maria Luisa in lutto per la morte del marito Giovanni Guglielmo, 1717. Sullo sfondo è visibile il ritratto di Giovanni Guglielmo con le regalie del Palatinato.

mercoledì 17 febbraio 2016

Il 17 febbraio 1845 nasceva a Livorno il matematico Ernesto Padova. Studiò presso l'Università di Pisa, dove venne designato a rappresentare la Facoltà di Scienze alla celebrazione in Firenze del VI centenario della nascita di Dante. Nel gennaio 1872, in seguito a concorso per titoli, fu nominato professore straordinario di meccanica razionale all'Università di Pisa. Nel marzo 1881, fu promosso professore ordinario di meccanica razionale presso l'Università di Pisa e successivamente – nel febbraio 1882 – fu trasferito, in seguito a sua richiesta, all'Università di Padova nella cattedra di Meccanica Superiore, dove rimase fino alla morte.
Fu autore di oltre 50 lavori scientifici riguardanti l'analisi, la meccanica razionale e la fisica matematica. 
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei dal 1891.


martedì 16 febbraio 2016

Il 16 febbraio 1331 nasceva a Stignano (PT) il letterato e politico Coluccio Salutati, considerato un punto di riferimento dell'umanesimo a Firenze. Fu discepolo del Boccaccio e precettore di Poggio Bracciolini e Leonardo Bruni. Poco dopo la nascita, fu costretto a raggiungere il padre esule a Bologna, dove visse fino al 1351 e dove studiò retorica e notariato. Per più di vent'anni esercitò il mestiere di notaio in diversi centri toscani, e fu cancelliere del comune di Todi e di quello di Lucca. 
Dal 1374 fu cancelliere della Signoria fiorentina; assertore della "libertà fiorentina", dopo la morte di Petrarca e del Boccaccio fu il più autorevole umanista e si fece veicolo e promotore della rinascente cultura umanistica, ponendosi al centro della vita culturale italiana. Uno dei temi sui quali insisterà sarà la difesa degli studia humanitatis intesi come riscoperta e definizione di valori umani. Da questo punto di vista, notevole interesse suscitò la difesa dell'attività umana nel suo espandersi nella vita civile; quindi l'apologia delle "leggi" contro la medicina (De nobilitate legum et medicinae), in quanto le prime esprimono il complesso del mondo civile umano, la medicina (o fisica) lo studio di una natura che resta in realtà opaca ed estranea all'uomo. Fu anche attore nel rinnovamento della scrittura libraria. Nell'ambito dell'attività letteraria è di notevole interesse il De laboribus Herculis, illustrazione del senso poetico e allegorico dei miti che si tramandavano su Ercole, assunto nel Rinascimento a simbolo della nobiltà e supremazia dell'uomo. Altri suoi trattati sono De tyranno, De saeculo et religione, De verecundia, De fato, fortuna et casu.


Masaccio, presunto ritratto di Coluccio Salutati, particolare tratto dalla Resurrezione del figlio di Teofilo e san Pietro in cattedra, Firenze, Santa Maria del Carmine, Cappella Brancacci, 1424-1428

Miniatura che ritrae Coluccio Salutati, proveniente da un codice della Biblioteca Laurenziana a Firenze.

La casa natale di Coluccio Salutati a Stignano

Cristofano Allori dell'Altissimo, Ritratto di Coluccio Salutati, 1587, Firenze, Galleria degli Uffizi

lunedì 15 febbraio 2016

Il 15 febbraio 1472 nasceva a Firenze Piero di Lorenzo de' Medici, detto lo Sfortunato, figlio di Lorenzo il Magnifico e di Clarice Orsini. Educato sin dall'infanzia per succedere al padre come Signore di Firenze, l'8 aprile del 1492, Piero prese il comando della città.
L'equilibrio pacifico faticosamente costruito dal padre Lorenzo, crollò con la decisione del re Carlo VIII di Francia di attraversare l'Italia con un esercito per prendere il Regno di Napoli e ciò significava un passaggio obbligato nella Repubblica fiorentina. Quando l'esercito francese entrò nei territori della Repubblica fiorentina, per non scatenare una guerra forse persa in partenza, Piero fu costretto alla resa alla quale però non impose nessuna condizione e anzi fu completamente succube al volere dei francesi (pare che Piero si sarebbe inginocchiato davanti al re baciandogli le babbucce). 
Questo bastò per scatenare l'ira del partito antimediceo fiorentino guidato da Fra Girolamo Savonarola, che fece scattare una vera e propria rivolta popolare cacciando la famiglia de' Medici da Firenze.
In quella occasione venne portata in piazza della Signoria la statua della Giuditta di Donatello, 
a simboleggiare la tirannia scacciata dal popolo.

Bronzino, Ritratto di Piero de' Medici

Donatello, Giuditta e Oloferne

domenica 14 febbraio 2016

Il 14 febbraio 1448 nasceva a Firenze Nannina de'Medici, battezzata Lucrezia. Era la secondogenita di Piero di Cosimo e Lucrezia Tornabuoni e sorella di Lorenzo il Magnifico. 
Venne educata in maniera colta e raffinata, però meno approfondita rispetto ai fratelli maschi Lorenzo e Giuliano. Nannina era il nome familiare della bisnonna Piccarda Bueri.
L'8 giugno 1466 si sposò con Bernardo Rucellai, letterato umanista. Il matrimonio venne celebrato nella Loggia Rucellai, costruita su progetto di Leon Battista Alberti, e abbiamo testimonianza dell'opulenza dell'evento dal puntuale rendiconto di spesa. La coppia acquistò gli Orti Oricellari, giardino in cui si riuniva l'Accademia neoplatonica.
Ebbe due figli maschi, Palla e Giovanni.

S. Botticelli, Madonna del Magnificat, 1480-1481, Firenze, Galleria degli Uffizi. Nannina è la figura a destra che sorregge la corona.

La loggia Rucellai

L'entrata degli Orti Oricellari

Veduta del giardino

Veduta del giardino

Il 13 febbraio 1633 Galileo Galilei giunse a Roma per essere processato davanti al Tribunale dell'Inquisizione.

Justus Sustermans, Ritratto di Galileo

Le fasi lunari disegnate da Galileo

venerdì 12 febbraio 2016

Il 12 febbraio 1808 nasceva a Lucca l'ingegnere Felice Matteucci, inventore del primo motore a scoppio.
Nel 1823 iniziò il percorso di studi presso l'Università lucchese, poco tempo dopo si trasferì a Parigi con la famiglia seguendo il padre, insigne avvocato, nominato rappresentante diplomatico del Granduca di Toscana in Francia. Circa per un anno Matteucci frequentò gli studi di ingegneria idraulica e meccanica presso il Real Collegio Borbonico di Parigi, successivamente rientrarono in Italia e Felice Matteucci potè ultimare la sua formazione a Firenze. 
Avendo studiato a lungo il lago di Bientina a soli 27 anni formulò un progetto per la bonifica del lago. 
conobbe il pietrasantino padre EugenioBarsanti degli Scolopi e rimase impressionato dalla sua idea per un motore a combustione interna; da questo momento i due collaborarono per tutta la vita allo sviluppo pratico dell'invenzione. Tra il 1851 ed il 1864 i due costruirono vari prototipi di motore a scoppio. Il motore fu poi sviluppato presso l'Osservatorio Ximeniano di Firenze. Purtroppo i due inventori, nonostante avessero depositato numerosi brevetti, non si videro mai riconoscere l'invenzione e questo non incise in modo positivo sulle condizioni del Matteucci che, già dal 1862, aveva iniziato a soffrire di esaurimento nervoso. 
Numerosi documenti relativi ai brevetti richiesti dalla Società anonima del nuovo motore Barsanti e Matteucci in Inghilterra, Piemonte, Francia, Belgio e Prussia sono ora conservati presso l'archivio della biblioteca del Museo Galileo.

Modello di motore ideato da Matteucci e Barsanti, conservato oggi presso l'Osservatorio Ximeniano di Firenze



giovedì 11 febbraio 2016

L'11 febbraio 1849 moriva a Firenze il pittore Luigi Ademollo.
Di origini milanesi, frequentò l'Accademia di Belle Arti di Brera. Giunse a Roma non ancora ventenne per studiare le antichità classiche. Dal 1788 fu attivo anche a Firenze per eseguire nel 1789 decorazioni nel Teatro della Pergola, ma continuò a lavorare pure a Roma, alternando la sua presenza in entrambe le città. Nello stesso anno fu nominato Professore presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze.
Ebbe un considerevole successo grazie alle sue capacità di decoratore accompagnata da una considerevole cultura letteraria e archeologica. Ornò chiese, palazzi, ville a Firenze; la sua opera si estese da Livorno fino alla valle Tiberina, nonché nel Bergamasco e nel Bresciano.
Nel Ducato di Lucca fu tra i protagonisti del rinnovamento degli interni del palazzo Ducale voluto dalla Duchessa Maria Luisa di Borbone. A lui si deve il grande salone oggi noto appunto come "Salone dell'Ademollo".
Si dedicò oltre che all'affresco, al disegno, alla tempera, al dipinto ad olio ed all'acquaforte: di quest'ultime ne realizzò circa quattrocento tra il 1794 e il 1827.

Re in atto di accusa, matita e biacca su carta. www.farsettiarte.it

La Menorah, 1816, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina

La cappella di Palazzo Pitti, affreschi del XIX secolo, Firenze

Episodi di storia romana, anni '20 dell'Ottocento, Lucca, Palazzo Ducale

Episodi di storia romana, anni '20 dell'Ottocento, Lucca, Palazzo Ducale

Decorazione ad affresco, 1800-1810, Siena, Palazzo Bianchi Bandinelli