martedì 23 febbraio 2016

Il 23 febbraio 1513 moriva a Firenze Pietro Paolo Boscoli, giustiziato per aver preso parte a una congiura contro i maggiori esponenti della famiglia Medici. Originario di una delle famiglie più antiche e nobili di Firenze, crebbe nel periodo savonaroliano e fu ammesso all'Arte del Cambio nel 1506 insieme ai fratelli. Non accettò mai la restaurazione medicea, avvenuta nel 1512, e nel 1513 venne arrestato insieme ad altri cittadini con l'accusa di voler uccidere Lorenzo, Giuliano e il cardinale Giulio, in seguito al rinvenimento di una carta con una ventina di nomi ritrovata da Bernardino Cocci, oratore senese, che l'avrebbe portata algli Otto. Questo documento sembra l'abbia perso proprio il Boscoli durante una riunione nella casa di Lorenzo Lenzi, in Borgo Ognissanti. "La qualità degli uomini di questa intelligenza - scriveva il giorno successivo Giuliano - sono, benché nobili, di poco conto e men seguito; e le cose son procedute senza alterazione pubblica o privata e piuttosto da poterne trar frutto che danno, atteso l'universale unione e concorso della città e maxime de' primi parenti de' delinquenti".
Furono tutti assolti, tranne il Boscoli e Agostino Capponi, non volendo colpire tutti i congiurati perché personaggi troppo in vista. Le ultime ore di Pietro Paolo Boscoli sono narrate nella Recitazione del caso di Pietro Paolo Boscoli e di Agostino Capponi di Luca della Robbia, umanista appartenente alla famiglia dei celebri scultori.

Chiostro della Badia Fiorentina, dove fu portato il corpo di Pietro Paolo Boscoli in seguito alla decapitazione

Ingresso della Badia Fiorentina

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