mercoledì 13 aprile 2016

Il 13 aprile 1808 nasceva a Firenze in Via Chiara n. 475 (oggi Via de' Serragli n.44) Antonio Meucci, inventore del telefono. Nel 1821 fu ammesso all'Accademia di Belle Arti, alla scuola di Elementi di Disegno di Figura, dove studiò per sei anni oltre alle materie base, la chimica e la meccanica, introdotte nell'Accademia durante l'occupazione francese. Nel maggio 1825, in occasione dei festeggiamenti con fuochi d’artificio per l’imminente parto di Maria Carolina di Sassonia, moglie del granduca Leopoldo II, concepì una potente miscela propellente per razzi, che però sfuggirono al suo controllo causando danni e feriti in piazza della Signoria. Per questo Meucci fu arrestato e sospettato di cospirazione contro il Granducato. Rilasciato grazie all'intercessione del padre, fu poi assunto nel prestigioso teatro della Pergola come assistente del capo macchinista, dove poté applicare e perfezionare le nozioni tecniche apprese in Accademia e costruì un telefono acustico per comunicare dal piano del palcoscenico a quello dei "soffittisti", a circa venti metri d’altezza, per ordinare il cambio delle scene senza disturbare lo spettacolo. Questo "telefono" è tuttora in uso. Con la moglie Ester Mochi, costumista alla Pergola, vennero scritturati da un impresario catalano, destinazione Cuba, dove lavorarono per quindici anni. Fu nel corso di esperimenti di elettroterapia che Antonio Meucci scoprì, nel 1849, la trasmissione della voce per via elettrica, divenendo così, in assoluto, il primo pioniere del telefono elettrico della storia. Antonio diede subito al suo sistema il nome di "telegrafo parlante", ribattezzato successivamente telettrofono. Il 28 dicembre 1871 depositò presso l'Ufficio Brevetti statunitense, a Washington, il caveat n. 3335 dal titolo “Sound Telegraph” in cui descriveva la sua invenzione, in attesa di trovare i 250 dollari per depositare un brevetto regolare. Nell'estate del 1872 si rivolse al Vice Presidente Mr. Edward B. Grant dell'American District Telegraph Co. di New York, del quale erano consulenti Alexander Graham Bell ed Elisha Gray, affinché gli fosse concesso di sperimentare il suo telettrofono nelle linee telegrafiche di quella compagnia. Poiché Grant, dopo aver promesso il suo aiuto, tergiversava con pretesti vari, dopo due anni Meucci richiese la restituzione delle descrizioni e dei disegni consegnati, ma gli fu risposto che erano stati smarriti. Dopo varie diatribe Meucci-Bell, oggi sembra finalmente riconosciuta la paternità del telefono a Meucci.

Targa a ricordo di Antonio Meucci, Firenze, Palazzo delle Poste Centrali

Foto di Antonio Meucci

Francobollo del disegno di Nestore Corradi realizzato per Antonio Meucci nel 1858 e prova importante sugli studi sull'invenzione del telefono

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