lunedì 18 aprile 2016

"So bene che, per non essere io letterato, che alcuno prosuntuoso gli parrà ragionevolmente potermi biasimare coll'allegare io essere omo sanza lettere. Gente stolta! Non sanno questi tali ch'io potrei, sì come Mario rispose contro a' patrizi romani, io sì rispondere, dicendo: "Quelli che dall'altrui fatiche se medesimi fanno ornati, le mie a me medesimo non vogliono concedere". Or non sanno questi che le mie cose son più da esser tratte dalla sperienza, che d'altrui parola, la quale fu maestra di chi bene scrisse, e così per maestra la piglio e quella in tutti i casi allegherò." Queste parole, tratte dal Codice Atlantico a 119 v, appartengono a uno dei più grandi geni dell'umanità: Leonardo.
Nato a Vinci il 15 aprile 1452, figlio illegittimo di ser Piero, notaio, si stabilì nel 1469 a Firenze, dove venne preso a bottega da Andrea del Verrocchio, e nel 1472 già figura nella Compagnia dei Pittori. Dal 1478 fu artista indipendente; girò tra le varie corti italiane, come Milano, Venezia, Mantova, Roma oltre ad effettuare viaggi in varie città delle Marche e della Romagna. Luigi XII di Francia gli aveva commissionato alcune opere all'inizio del Cinquecento e i rapporti con questa nazione erano sempre rimasti molto stretti, tanto che nel 1517 Leonardo si rifugiò presso Francesco I al Castello di Amboise, dove morì due anni dopo.
Pittore, architetto, anatomista, ingegnere, inventore, scultore: Leonardo indagò ogni ramo del sapere. Produsse moltissimi disegni, a cui dava valore di opera a sé e non di bozzetto preparatorio. Sostenne la superiorità della pittura sulla scultura delle straordinarie possibilità evocatrici, simili a quelle della poesia, che egli riconosceva alla prima. La pittura è scienza, rappresentando "al senso con più verità e certezza le opere di natura", mentre "le lettere rappresentano con più verità le parole al senso", ma Leonardo aggiunge, riprendendo un concetto aristotelico, che è "più mirabile quella scienza che rappresenta le opere di natura, che quella che rappresenta [...] le opere degli uomini, com'è la poesia, e simili, che passano per la umana lingua". Si tratta di "comprendere ogni forma secondo l'apparenza e la sua causa interna", che si esplica nella straordinaria novità grafica delle sue ricerche scientifiche, l'interesse per il fenomeno naturale o per i moti dell'animo.


 

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