
Ricoprì un ruolo essenziale per lo sviluppo della poesia italiana in volgare, tanto da essere considerato al pari di Dante, padre della lingua italiana.
Ad Avignone conobbe il pittore Simone Martini che con molte probabilità ritrasse Laura e nel 1338 miniò il frontespizio di un codice con le opere di Virgilio commentate da Servio (oggi alla Biblioteca Ambrosiana di Milano).
In una lettera scritta all'amico Guido Sette arcidiacono di Genova Petrarca diceva: “io sono venuto a parlare di cose che avrei potuto tralasciare; l'ho fatto perché tu non ti meravigli che brutto come sono, sia riuscito a scrivere una bella lettera”.
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