giovedì 3 dicembre 2015

Il 3 dicembre 1605 moriva a Firenze il pittore Gregorio Pagani. Orfano del padre, l’educazione di Gregorio fu affidata agli amici di famiglia tra cui il pittore Maso da San Friano e il senatore fiorentino Bernardo Vecchietti, suo padrino, che lo orientò alla pittura, destinandolo alla bottega di Santi di Tito, dove si impratichì nel disegno dal naturale e sperimentò un nuovo «modo di colorire naturale e vero» insieme a Ludovico Cigoli, suo compagno di bottega, con il quale instaurò un rapporto amicale e condivise, negli ultimi due decenni del Cinquecento, il ruolo di riformatore della pittura fiorentina. Insieme fecero un viaggio che li portò ad Arezzo, dove poterono ammirare la Madonna del popolo di Federico Barocci giunta nel 1579, da cui fu ispirato.
Nel 1576 venne accolto nell’Accademia del disegno, fu eletto accademico nel 1594 e ricoprì vari incarichi fino al 1602.
Oltre a Firenze, dipinse opere per Città di Castello, Recanati, San Giovanni Valdarno.

Ritratto di Gregorio Pagani
Cristo in casa di Maria e Marta, primo decennio del Seicento, Firenze, Galleria degli Uffizi
S. Domenico ottiene da Onorio III la conferma dell’Ordine, lunetta del chiostro grande di Santa Maria Novella, Firenze, 1584

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