sabato 19 marzo 2016

Il 19 marzo 1503 nasceva a Firenze l'umanista, scrittore e storico Benedetto Varchi. Studiò presso l'Università di Pisa per diventare notaio e si laureò in legge, ma dopo la morte del padre abbandonò questo ambito e si dedicò agli studi umanistici. Lasciata Firenze dopo il ritorno dei Medici (era repubblicano), si spostò tra Venezia, Padova, dove frequentò corsi di filosofia, Bologna e Roma. Dal 1540 al 1541 partecipò alle attività dell'Accademia degli Infiammati, tenendo lezioni su poeti volgari e sulla logica e sull'Etica di Aristotele, dedicandosi inoltre alle traduzioni dei testi del filosofo dal greco al volgare.
Chiamato da Cosimo I per scrivere la Storia fiorentina, ritornò nel 1543 nella città natale e cominciò a tenere lezioni su Dante all'Accademia Fiorentina. Il Granduca nel 1558 gli donò Villa La Topaia a Castello. La Storia fiorentina è un'opera accurata nella documentazione, ispirata all'amore della verità e al senso della realtà: notevole l'indipendenza di giudizio nei riguardi dei Medici e moderate le lodi di Cosimo. Fu autore di sonetti e canzoni, ma anche di poesie latine; tradusse il De consolatione philosophiae di Boezio e De beneficiis di Seneca. A lui si deve uno dei più importanti trattati di linguistica del XVI secolo, l'Ercolano, incompiuto, uscito postumo nel 1570, dove sosteneva la fiorentinità della lingua italiana e l'importanza dell'uso nel costituirsi della lingua. Varchi morì nel 1565, lasciando numerosi autografi e una biblioteca di manoscritti, incunaboli e volumi a stampa.

Benedetto Varchi

Tiziano, ritratto di Benedetto Varchi, 1540 ca., Vienna, Kunsthistorisches Museum

Villa La Topaia a Castello


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