mercoledì 9 marzo 2016

Il 9 marzo 1454 nasceva a Firenze Amerigo Vespucci, cartografo, esploratore e navigatore. Durante due viaggi, compiuti nel 1499-1500 e nel 1501-1502, Vespucci esplorò le coste atlantiche dell'America Meridionale da circa 12º di latitudine Nord a 50º di latitudine Sud, compiendo così un'impresa memorabile; fu lui che intuì inoltre che le terre nuovamente scoperte, dopo Cristoforo Colombo, non facevano parte dell'Asia. Educato alla cultura umanistica nella nativa Firenze, si trasferì come agente commerciale in Spagna nel 1491, dove fu raggiunto dalle prime notizie delle scoperte colombiane. Otto anni dopo salpò per il suo primo viaggio verso le nuove terre. Profonde incertezze sono rimaste per lunghi anni sui viaggi vespucciani, essendosi fondati per secoli su due sole lettere: una, a lui attribuita, pubblicata ad Augusta nel 1504, il Mundus novus, e l'altra, la Lettera al Soderini, stampata a Firenze l'anno seguente. Da queste due fonti appariva che Vespucci avrebbe compiuto quattro viaggi fra il 1497 e il 1504. Nel 1924 vennero analizzate altre tre lettere esistenti negli archivi fiorentini, sicuramente autentiche, al contrario delle lettere pubblicate; da questi documenti si ricavò che i viaggi di Vespucci erano stati due e non quattro. La critica più attenta è unanime nel riconoscere i grandi meriti del navigatore, che ha avuto la sorte, senza alcun suo intervento, di dare il proprio nome al nuovo continente, dato dai cartografi Martin Waldseemüller e Matthias Ringmann in suo onore agli inizi del XVI secolo.

Amerigo Vespucci

Erme di Amerigo Vespucci sulla facciata del Palazzo dei Visacci, Firenze

Particolare del quadrante inferiore sinistro della mappa Universalis cosmographia secundum Ptholomaei traditionem et Americi Vespucii aliorumque lustrationes, la prima in cui compare il nome "America" e la prima in cui questo continente è raffigurato separato dall'Asia. La scritta "America" è impressa sulla parte meridionale del nuovo continente. La mappa risale al 1507 ed è conservata a Washington DC nella Library of Congress.

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