domenica 27 marzo 2016

La cerimonia dello Scoppio del Carro risale ai tempi della prima crociata, indetta per liberare il Santo Sepolcro dalle mani degli infedeli. I Crociati arrivarono in Palestina nel 1099 e fu il fiorentino Pazzino de' Pazzi a salire per primo sulle mura della città santa. Per questo atto di valore, gli furono donate tre pietre del Santo Sepolcro. Al suo rientro a Firenze le tre pietre rimasero inizialmente conservate nel Palazzo dei Pazzi e poi consegnate alla Chiesa di Santa Maria Sopra a Porta in Mercato Nuovo, poi ampliata e rinominata come chiesa di San Biagio fino a quando, nel 1785, fu soppressa. Dal maggio dello stesso anno le sacre reliquie vennero trasferite nella vicina Chiesa di Santi Apostoli dove tuttora sono gelosamente conservate.
Dopo la liberazione di Gerusalemme, nel giorno del Sabato Santo, i crociati si radunarono e, in devota preghiera, consegnarono a tutti i fedeli il benedetto fuoco come simbolo di purificazione. A questa cerimonia risale l'usanza pasquale di distribuire il fuoco santo al popolo fiorentino. 
Con l'andar del tempo lo svolgimento della festa divenne sempre più complesso e venne introdotto l'uso di trasportare il fuoco santo con un carro dove, su un tripode, ardevano i carboni infuocati.
La mattina di Pasqua, scortato da armati, musici e sbandieratori, il carro del fuoco pasquale (detto affettuosamente dai fiorentini "Brindellone"), parte da Porta a Prato e raggiunge la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, trainato da due paia di bovi infiorati. 
Alle ore 11, al canto del “Gloria in excelsis Deo”, viene dato fuoco alla miccia della colombina che va ad incendiare i mortaretti ed i fuochi d'artificio sapientemente disposti sul Brindellone. Una volta incendiati gli artifici, la colombina deve tornare indietro all'Altare Maggiore, da dov'è partita, ripercorrendo da sola il percorso di andata, altrimenti il raccolto dell'anno non avrà buoni auspici. L'ultima volta che la colombina fallì fu il 1966 e nel novembre di quel terribile anno ci fu l'alluvione.





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